Una speciale intervista a Lino Di Lallo su Tavolozza d’autore. Il Grande libro dei colori fantasiati e Indice analitico dei nomi

di Sebastiano Bacchi

Lino Di Lallo racconta con passione come la sua predilezione per i colori sia nata da un’esperienza personale, dai suoi capelli rossi e dalle lentiggini che lo hanno portato fin da giovane a notare l’originalità cromatica nel linguaggio. Con il tempo, ha sviluppato una vera e propria caccia ai "colori fantasiati", ovvero colori non convenzionali, spesso letterari e immaginifici.

La sua opera più importante, Tavolozza d’autore. Il grande libro dei colori fantasiati (in tre volumi e un indice analitico), è stata accolta con entusiasmo dalla critica. È stata definita un “prodigioso catalogo di prelievi testuali” e una “nuova storia dei colori”, capace di raccogliere migliaia di esempi letterari di colori immaginari. Di Lallo stesso preferisce definirla un “rubricario”, una collezione vivace e pirotecnica di invenzioni linguistiche.

La sua ricerca è frutto di anni di letture attente, in cui ogni scoperta di un nuovo colore diventa uno spunto per approfondimenti, anche nei dialetti locali. Accanto alla parte teorica, l’autore ha sempre mantenuto un legame pratico con il colore, attraverso la pittura e la sperimentazione artistica.

In ambito didattico ha pubblicato anche Quo lapis? Inventare una scuola colorata, in cui il colore diventa pretesto per liberare la creatività degli studenti. Attualmente, sta lavorando su un nuovo libro sugli aggettivi legati al colore, e su un altro progetto che esplora il rapporto tra musica e colore, partendo da riferimenti che vanno da Kandinskij a Marinetti.

Il linguaggio usato nei suoi lavori è straordinariamente ricco, spesso ironico e provocatorio, e propone una gamma vastissima di definizioni creative e sorprendenti. Dai “verdi come il dispetto della signora Goldi” al “rosa come la gengiva del leopardo”, Di Lallo riporta un’infinità di sfumature rare, bizzarre o inventate, come il “colore del fuffù” o il “color tabacco da pipa con latte”.

Molti colori sono legati a ricordi personali, come quello dell’autunno al Prater di Vienna, che descrive come un’esperienza cromatica incantata. L’opera visiva che accompagna i suoi libri non è meno importante: Di Lallo usa acquerelli, collage, francobolli, vecchie buste e bottoni per dare vita a un universo visuale che dialoga con le parole.

Il suo Indice analitico dei nomi, che accompagna l’opera principale, è arricchito da 119 ritratti di autori reinterpretati artisticamente, inseriti in un contesto visivo di grande inventiva e vitalità, che rende l’intero progetto un libro d’artista unico nel suo genere.

Vi invitiamo a leggere il documento integrale che oltre all'intervista contiene una nota introduttiva e una nota biografica dell'autore Lino Di Lallo

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