Corso gratuito on line il 13 ottobre 2025 - L'errore creativo e la necessità di un metodo corretto nella progettazione cromatica

nella foto Demidoff Hotel Milano - 2021
Corso gratuito on line L’errore creativo e la necessità di un metodo corretto nella progettazione cromatica a cura di Massimo Caiazzo
Il 13 ottobre 2025, ore 13:00 i partecipanti potranno usufruire di uno sconto del 20% sui prossimi corsi IACC Italia.
Gianni Rodari sosteneva che l’errore possa trasformarsi in una spinta creativa, una forza capace di aprire nuove possibilità. È un pensiero stimolante, ma quando si parla di colore negli spazi che abitiamo, l’errore non è mai neutro: può affaticare gli occhi, disorientare, persino incidere sul nostro benessere psicofisico.
Il pittore tedesco Alred Sohn-Rethel, che visse a Capri negli anni Venti, elaborò la sua “filosofia del rotto”: ciò che è imperfetto non va scartato, ma reinventato. Una visione poetica e ribelle all’omologazione, capace di trasformare il difetto in risorsa. Affascinante, certo, ma nella progettazione cromatica non ci si può affidare al caso. Qui serve un metodo rigoroso, perché ogni errore ha conseguenze concrete su chi abita quegli spazi.
Quando il colore diventa un errore
Troppo spesso il colore viene usato con metodi autoreferenziali o seguendo le mode, senza valutazioni critiche. Dipingere di nero la facciata di un edificio, ad esempio, può avere senso in paesi freddi come l’Islanda, dove il colore scuro aiuta ad assorbire e trattenere calore. Nell’Europa mediterranea, invece, la stessa scelta risulta svantaggiosa: il nero assorbe tutte le onde elettromagnetiche, aumentando il calore estivo e generando un maggiore dispendio energetico per il raffrescamento. Non solo: un edificio nero attira l’attenzione, ma crea anche un forte contrasto visivo con l’ambiente circostante, configurandosi come vero e proprio inquinamento visivo.
Allo stesso modo, un viola scelto perché “di tendenza” può rendere opprimente un ambiente domestico, e i cosiddetti “colori dell’anno” — magenta, verde acido e simili — se applicati senza criterio producono spazi disarmonici e persino dannosi. Il magenta, per esempio, costringe l’occhio a un costante adattamento, con effetti fisiologici concreti: aumento del battito, della pressione e del ritmo respiratorio.
Gli errori sono ancora più gravi in contesti sensibili: reparti ospedalieri dipinti con rosa troppo accesi, nel tentativo di trasmettere ottimismo, finiscono per generare iperstimolazione e rifiuto; scuole lasciate nel grigio o trattate con colori incoerenti deprimono concentrazione e motivazione.
Ergonomia del colore: l’importanza del metodo
La ricerca nel campo dell’ergonomia cromatica dimostra che il colore non è semplice estetica, ma uno strumento funzionale che influenza percezione, orientamento e qualità della vita.
Un clima cromatico equilibrato favorisce comfort visivo e serenità. Al contrario, ambienti eccessivamente saturi portano a iperstimolazione (tachicardia, agitazione), mentre spazi monocromi o troppo scuri generano ipostimolazione (irrequietezza, calo di attenzione).
Per questo servono regole precise: il pavimento dovrebbe essere più scuro delle pareti, il soffitto più chiaro; i colori vanno scelti in relazione alla luce naturale, che varia nelle ore e nelle stagioni; i contrasti violenti devono essere evitati, perché affaticano mente e sguardo.
Sono principi che IACC International — la più antica istituzione mondiale dedicata alla formazione sul colore — promuove dal 1957, attraverso un metodo multidisciplinare riconosciuto a livello internazionale e volto a creare ambienti equilibrati e a misura d’uomo.
Il ruolo del consulente del colore
Il consulente del colore è la figura professionale che utilizza in modo consapevole le qualità della luce e del colore, fattori determinanti nella progettazione dell’ambiente costruito. Non si affida al gusto personale, ma mette a disposizione competenze umanistiche e scientifiche per accompagnare la committenza dall’analisi alla realizzazione, affinché il progetto risponda ai reali bisogni degli utenti.
La cultura progettuale del colore di IACC Italia si fonda sull’interazione tra arte, scienza e filosofia. Il colore influisce non solo sugli stati d’animo, ma anche sulla percezione di temperatura, volume, peso e tempo: tinte chiare ampliano e alleggeriscono, quelle scure restringono e appesantiscono; i colori caldi accelerano la percezione del tempo, quelli freddi la rallentano.
In questo senso, il lavoro del Color Consultant è una continua indagine applicata, capace di trasformare il colore in uno strumento concreto di equilibrio e benessere.
Formarsi per non sbagliare
Come ricordava Frank Mahnke, presidente di IACC International:
“L’uso cosciente e accurato del colore e della luce artificiale è un indice di qualità della vita ed espressione di armonia.”
Chi desidera approfondire queste tematiche e acquisire strumenti operativi può partecipare al Seminario 2 di Alta Formazione IACC Italia (7 novembre – 14 dicembre 2025), valido per il conseguimento del diploma internazionale IACC Color Consultant/Designer.
Il programma affronta la teoria avanzata del colore con Edda Mally, la neuropsicologia del colore con Giuseppe Rescaldina, la sinestesia e la progettazione cromatica di spazi complessi con Massimo Caiazzo, fino alle applicazioni specifiche nelle strutture per l’infanzia (con Lia Luzzatto) e negli ospedali (con Laura Sangiorgi).
Un percorso di 48 ore che unisce teoria, esercitazioni pratiche e casi studio, riconosciuto anche dall’Ordine degli Architetti PPC di Milano con 30 crediti formativi professionali.
“Il compito del progettista del colore non è quello di aderire passivamente alle mode che, in modo ciclico, influenzano architettura, design, moda e ogni altro settore.
Al contrario, deve saper interpretare, filtrare e trasformare tali influenze in scelte consapevoli, capaci di generare valore duraturo e rispondere ai reali bisogni delle persone e dei contesti.”
— Massimo Caiazzo
Il colore non è un accessorio decorativo, ma un elemento che incide profondamente sulla qualità della vita. In questo ambito, l’errore non è libertà creativa, ma responsabilità mancata. Per questo formarsi è essenziale: solo attraverso una conoscenza solida e multidisciplinare è possibile trasformare il colore in un vero strumento di benessere.
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