
Autore: Monroe Terry
Titolo: Cromococktail. La chimica del colore nella miscelazione contemporanea.
Editore: Hoepli, 2024
Dalla quarta di copertina:
Terry Monroe racconta alcuni istanti della sua vita prima e dopo il fatidico incontro con lo shaker.
Spiega il rapporto con il colore e la sua predilezione per la "via delle tinte" e attraverso aneddoti e ricette svela i segreti legati alle tecniche di preparazione di tinture, essenze, estratti, puree e sciroppi, trasformando la miscelazione contemporanea in un viaggio unico alla ricerca del colore.
Con un aspetto finale da chiarire, il punto forse più difficile e delicato: come si trasforma un colore in un cocktail?
Non un semplice ricettario, ma il dietro le quinte di un bancone fuori dal comune, dove Terry crea i suoi cocktail tra ampolle, profumi, aromi, fiori e frutti di ogni genere. Un libro che è il risultato di studio, ricerca e sperimentazione.
Dal libro:
"Questa sinestesia senza fine non mi ha abbandonato neppure nella vita adulta, quando, dopo aver studiato erboristeria, ho trovato il mio posto dietro il bancone e ho voluto riempirlo di coloratissime bottiglie, spezie, profumi, erbe, liquori e oli essenziali, e ancora di alambicchi, fialette ed elisir. Così la mia vita da barlady ha contenuto mille altre vite: la contadina, l’erborista, l’alchimista, la pittrice e la strega. E forse anche la cartomante, pronta a intuire, prevedere, guidare i gusti di persone di ogni tipo, usando i colori come indizi di virtù nascoste, termini di un linguaggio implicito".
"Un profumo ci permette di immaginare un sapore, un colore può anticipare un profumo, una sfumatura entra in risonanza con una consistenza e l’aspetto materiale di piatti, bicchieri e posate finisce per influenzare tutta la nostra esperienza sensoriale. Il gioco di attese, illusioni e cortocircuiti è tutt’altro che secondario".
“Le domande che gli rivolgo sono poche e poco invadenti: preferisci i sapori dolci o secchi? Quale è il tuo distillato preferito? E la stagione? Che pizza ordini di solito? E come prendi il caffè? La domanda più importante è però sempre la stessa: quale è il tuo colore preferito? Anche se forse sarebbe più giusto chiedere: che colore sei?
"Preparare un cocktail significa accogliere un’altra persona, prendersi cura di un rapporto", conclude la barlady. "Il colore è una delle forme più forti, immediate, emozionanti e ancestrali di conoscenza del mondo. Per questo, chiedere “Che colore sei?”, significa provare a instaurare un rapporto toccando fili intimi, nascosti ed emotivi, quasi sempre inconsapevoli". Colori che diventano cocktail sartoriali, capaci di far sentire unico chi siede dall'altra parte del bancone. Anche solo per il tempo di un drink.
Recensione di Gloria Ghiara, ELLE, 2024
Cromococktail, dimmi che colore ami e ti dirò chi sei
Viaggio nel mondo della barlady Terry Monroe, alchimista della miscelazione contemporanea milanese, che “dipinge” drink sartoriali e svela tutti i suoi segreti in un libro, Cromococktail
Per lei Milano è rossa, come il Campari e il Negroni. Ma è anche gialla, come i tram che osserva dal suo locale in via Farini, come la Madonnina e i vecchi palazzi. Come lo zafferano, da cui parte quando vuole creare un cocktail che racchiuda l'anima della città che l'ha accolta, lei lucana di nascita ma più milanese di chi, qui, ci è nato davvero. Voleva fare la contadina Terry Monroe – Maria Teresa per la mamma, Monroe come la diva più bionda e femminile che ci sia – e non a caso ha studiato scienze erboristiche.
Un sapere, tra i tanti, che applica dal 1997 sul bancone-pianoforte del suo Opera 33, locale di Milano magico e folle, teatro della miscelazione contemporanea milanese, laboratorio alchemico dove tra ampolle, alambicchi, erbe, spezie e distillati è un po' contadina e un po' strega, pittrice ed erborista, barlady “cartomante” che non legge i tarocchi ma le persone e i loro gusti, più o meno segreti, più o meno consapevoli. Lei, che fin da bambina, in campagna, non vedeva semplicemente il mondo a colori ma ne "sentiva" persino i profumi a colori, applica ogni sera questa particolare forma di sinestesia nel suo Opera 33, “speakeasy con biliardino”.
"Non vedevo semplicemente il mondo a colori", racconta Terry Monroe nel suo Cromococktail. La chimica del colore nella miscelazione contemporanea, il libro pubblicato da Hoepli in cui svela il suo viaggio lungo la "via delle tinte", "ma lo assaporavo, lo toccavo, sentivo persino i suoi profumi a colori. La scienza si è inventata un nome per i tipi come me, le persone che tendono a fondere le percezioni, permettendo loro di scavalcare i recinti fra i sensi: siamogli “individui sinestetici”. E dire che una volta ci chiamavano “poeti”. Per Rimbaud, la A era nera, la E bianca, la I rossa, la U verde, la O blu.
Cromococktail, un'avventura lungo la "via delle tinte". Impeccabile nelle descrizioni tecniche, ma arricchito da tali e tanti dettagli (anche personali) e how to da rappresentare non solo una bibbia della mixology del Terzo millennio ma anche una lettura avvincente (probabilmente pure per un astemio, anche perché non mancano gli analcolici). In Cromococktail. La chimica del colore nella miscelazione contemporanea (Hoepli) la barlady Terry Monroe racconta e si racconta. Spiega le tecniche (e l'arte, e la scienza) necessarie per creare ingredienti capaci di rendere i cocktail diversi da tutti gli altri e svela segreti dal backstage del suo bancone-laboratorio alchemico. In un viaggio avvincente lungo la "via delle tinte", tra le cromie e le sfumature di 99 cocktail noti e meno noti, resi unici (e anche un po' magici) dal suo tocco. Che può diventare anche il vostro. Condividi con Facebook Condividi con Twitter Condividi con Pinterest