A conclusione del proprio percorso di quattro Seminari di Alta Formazione IACC, Silvia Bellani ha presentato un’originale tesi sulla progettazione cromatica applicata alla rigenerazione urbana. Di seguito, un breve approfondimento del lavoro svolto

Riqualificazione cromatica della rotonda e dei sottopassaggi della città di Bovolone in provincia di Verona
con il Patrocinio della Città di Bovolone (VR)

Colore, città e periferie
Il colore ha profondi effetti psico-fisiologici sull’essere umano. Citando il professorHeinrich Frieling: “ad una creazione puramente artistica se ne contrappone una funzionale (…) I colori hanno determinati effetti”¹ e numerosi studi hanno infatti dimostrato che se consapevolmente progettatoesso contribuisce realmente a migliorare la qualità della vita delle persone.

Se il colore può aiutare a migliorare gli ambienti interni, anche negli spazi esterni svolge un ruolo molto importante. Nelle città è infatti simbolo di identità territoriale, storia e cultura dell’abitare e del vivere. L’ordine e la cura delle nostre città comportano un maggior rispetto verso di esse e purtroppo questo non accade così spesso nelle periferie, lasciate solitamente in disparte, o per mancanza di fondi o per indifferenza. Sono proprio questi i luoghi però che hanno maggior bisogno di attenzione perché una città non è costituita esclusivamente dal proprio centro storico, ma è fatta anche, e a volte soprattutto, dalle periferie: curare anche queste zone significa avere un’attenzione totale alla città stessa e accrescere di riflesso il senso di appartenenza in ciascun cittadino.

La mia Tesi di Diploma IACC
Il caso presentato nella mia tesi è quello della Città di Bovolone in provincia di Verona, dove sono cresciuta, che conta poco più di 16.000 abitanti². L’obiettivo è di restituire in modo armonico nell’ambiente urbano le strutture come rotonde e sottopassaggi solitamente percepiti soltanto come luoghi di passaggio, architettonicamente necessarie, e non parti integranti della città nella quale si trovano. Il tutto nasce dalla constatazione che “La mancanza di una soluzione progettuale che li integri nel tessuto urbano e collettivo li ha mantenuti come luoghi ipostimolanti (il grigiore del cemento nudo lasciato come da costruzione), dando adito a episodi di vandalismo e scritte inopportune, che il Comune ha cercato di cancellare più volte imbiancando i muri. L’atto di copertura purtroppo è soltanto uno stimolo in più per i vandali della bomboletta a perseverare nel loro vandalismo, vedendo il muro imbiancato come una nuova tela sulla quale ricominciare a graffittare³.”

Se anche questi luoghi, vissuti ogni giorno, divenissero concretamente parte del tessuto urbano non vi sarebbe più motivo di vandalizzarli? La gente smetterebbe di averne timore nel passarvi? Verrebbero maggiormente apprezzati come vere e reali strutture urbanistiche e non soltanto viste come strutture imprescindibili senza bellezza? È possibile, con la luce e il colore, rendere bella una rotonda, piacevole un sottopassaggio?
Io dico di sì.

Sopralluogo dello stato di fatto
La rotonda principale di ingresso alla Città di Bovolone e tutti i suoi sottopassaggi hanno ciascuno un proprio carattere distintivo da valorizzare e punti critici da smussare emersi attraverso un sopralluogo che ha aiutato a percepire le dimensioni, funzione, essenza ed energia dei luoghi.
Le problematicheallo stato di fatto sono diverse, come patchwork di intonaco sul nudo cemento (sovrapposizioni di pittura bianca per coprire il continuo susseguirsi degli atti vandalici),la mancata manutenzione cheha portato ad incuria e trascuratezza, la cattiva conservazione dell’impianto d’illuminazione e della segnaletica di percorrenza, che dovrebbero invece essere sempre oggetto di massima cura.

Il Profilo di Polarità
Il Profilo di Polarità è uno strumento che si basa sul differenziale semantico e aiuta a individuare i punti di forza e le criticità di un ambiente o di un luogo che sono di fondamentale aiuto per il progettista. Ideato dal professor Frank H. Mahnke² è costituito dalla contrapposizione di aggettivi che individuano percezioni fisiche e sensazioni con valori che vanno da 0 a 3, grazie ai quali è possibile visionare prima della progettazione le caratteristiche influenze che un dato spazio dà. I cittadini hanno potuto in questo modo esprimere, in forma totalmente anonima, le proprie percezioni verso ogni luogo, partecipando con entusiasmo perché coinvolti in prima persona nella possibilità di dare il proprio contribuito attraverso l’espressione delle proprie sensazioni. Sono stati raccolti 160 Profili di Polarità, pari all’1% della popolazione, e quello che è emerso preponderante è che la maggioranza dei cittadini ha a cuore il miglioramento delle zone periferiche della Città di Bovolone! A dimostrazione che queste zone non vengono poi così disconosciute dalla cittadinanza.

Il graffittismo vandalico

La Teoria delle finestre rotte, introdotta agli inizi degli anni ‘80 da James Q. Wilson e George L. Kelling, ci spiega il meccanismo per la quale un piccolo crimine porta a crimini sempre più gravi, un meccanismo che comporta delle vere e proprie ferite nel vivere collettivo. Stiamo parlando non del senso civico interiorizzato o meno da una persona, ma da quanto l’ambiente circostante possa influenzare atteggiamenti e comportamenti di ciascun essere umano. Possiamo capire perché i muri delle periferie e degli edifici decadenti diventino enormi ‘tele bianche’ da imbrattare per i graffittari vandalici,andando ad incrementare inevitabilmente l’inquinamento visivo.

Nel caso specifico della Città di Bovolone il graffitismo vandalico ha tratti distintivi a seconda della struttura che si prende in osservazione. La Rotonda principale ad esempio presenta essenzialmente graffiti di natura politica che sottolineano lo scontento verso le Istituzioni; i Sottopassaggi di Via Bosco, Viale del Silenzio, Parco Valle del Menago, Via Invalidi del Lavoro hanno per lo più tag (nomi con i quali i graffitari si firmano), disegni di medie-piccole dimensioni e frasi commemorative; infine il Sottopassaggio tra Piazzale Aldo Moro e Via Granatieri di Sardegna è invece in assoluto il più vandalizzato di tutti, un vero e proprio guazzabuglio di tag, scritte colorate, disegni più o meno grandi, frasi oscene e qualsivoglia scritta senza senso.

Nel libro “Dal graffito artistico al graffito vandalico - Psicodinamica di una nuova tendenza compulsiva”² gli autori illustrano i risultati di uno studio condotto in Italia sul fenomeno del graffitismo vandalico, per ricercarne le motivazioni psichiche che ne stanno alla base: “i dati preliminari della nostra ricerca, in progress, condotta a livello nazionale con un campione di preadolescenti e adolescenti, inclini al graffitismo sporco, ha evidenziato la presenza in essi di uno spiccato tratto eccitatorio-compulsivo e modalità legate alla ricerca della gratificazione immediata di bisogni in opposizione al senso di vuoto, alla noia di non sentire se stessi, alla solitudine, alla mancanza di scopi”&sup4;.

È possibile lavorare sull’educazione civica e sensibilizzare la collettività? Sì, io ritengo che anche un progetto cromatico consapevole può fermare questo fenomeno!

Copyright: Silvia Bellani © 2019 – Riproduzione riservata

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