Che cosa è il colore? Perché è così importante conoscere i suoi effetti nello spazio costruito? Quali sensazioni trasmette in un determinato ambiente? La risposta nelle appassionate parole di Frank Mahnke, Presidente di IACC International durante il suo intervento alla rassegna Design Talks organizzata dalla Scuola Politecnica di Design di Milano

Cos'è il colore? Se lo chiedessi a ciascuno di voi, cosa mi rispondereste? Non pensate che influenzi ogni aspetto della vostra vita? Il colore è probabilmente l'argomento più interdisciplinare che esista. Infatti permea ogni cosa e per questo motivo può essere considerato da differenti punti di vista. E influenza anche qualcos'altro: il vostro livello di benessere, come studiate, come vi sentite quando siete al vostro posto di lavoro o in ospedale. Tutto insomma. O no? Se colorassi questa stanza di rosso, vi sentireste diversi? Il colore non è soltanto un elemento decorativo. La capacità di recepire ed elaborare gli stimoli e la reazione che questi ultimi provocano è una delle caratteristiche fondamentali di tutti gli esseri viventi. I sensi degli esseri umani percepiscono gli stimoli emessi dall'ambiente circostante, i nervi trasmettono, poi, queste informazioni al cervello che le elabora. In questo processo è coinvolto anche il nostro sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Passando attraverso il canale visivo, gli stimoli agiscono direttamente sul nostro organismo. Il senso della vista, cioè la stimolazione visiva, fornisce agli esseri umani una quantità di informazioni dieci volte superiore rispetto agli altri sensi.

Sia in natura che nell'ambiente costruito, i colori veicolano informazioni e influenzano il nostro giudizio. Hanno un effetto psicologico (come mi fa sentire l'ambiente?), svolgono un ruolo fondamentale nella comunicazione (quali segnali recepisco?), hanno una funzione semantica (quali informazioni mi dà un determinato ambiente?) ed hanno effetti fisiologici (come reagisce il mio organismo?). Possiamo considerare gli aspetti simbolici, associativi, sinestetici, psicosomatici e fisiologici del colore, un fenomeno universale comune a tutti gli individui, a prescindere dai propri gusti personali. Un progettista del colore non può limitarsi ad imporre il proprio punto di vista ma deve sempre considerare la reazione umana al colore nell'ambito di diverse discipline come la fisiologia la neuropsicologia, la psicologia applicata, l'ergonomia visiva, fino alla psicosomatica.

L'integrazione tra l'uomo e lo spazio architettonico determina le condizioni ambientali favorevoli per vivere e lavorare in contesti cromaticamente equilibrati. Umanizzare l'ambiente fisico significa innanzitutto progettare per il benessere e la dignità della persona perché la relazione tra corpo, mente e anima è fisica, intellettuale ed emotiva. Interagiamo costantemente con il mondo circostante che coinvolge il nostro mondo interiore innescando la reazione della psiche. Questo ci deve far riflettere sulla necessità di progettare ambienti che favoriscano le condizioni necessarie al raggiungimento del benessere psicologico e fisiologico. La filosofia professionale di IACC si fonda proprio su una progettazione "sensibile" della luce e del colore che deve saper coniugare arte e scienza. A questo punto dobbiamo chiederci come può un progettista soddisfare i bisogni delle persone e migliorare la vivibilità di un ambiente anche se ogni individuo è diverso dall'altro e reagisce in modo diverso a livello psicologico? Alcune reazioni psicologiche e fisiologiche al colore possono essere considerate comuni alla maggior parte degli esseri umani. Per esempio, il rosso è da sempre simbolo di passione, pericolo, rivoluzione...Non è soltanto rosso, è un'informazione che ci comunica qualcosa.

Un progettista non può limitarsi alla pedissequa ripetizione delle tendenze che periodicamente ispirano architettura, design, moda e ogni altro settore. Anche la nostra personale relazione con un determinato colore è molto importante. Ci piace? Ci lascia indifferenti? O addirittura non riusciamo a sopportarlo? Nell'esperienza del colore convergono impressioni visive, associative, sinestetiche, simboliche, emozionali e fisiologiche. Alla base vi è la reazione biologica ad una stimolazione cromatica comune a tutti gli esseri umani, (la percezione del rosso provoca un'accelerazione del battito cardiaco). Le reazioni biologiche confluiscono poi nell'inconscio collettivo (la suddivisione dei colori in caldi e freddi, che prescinde della nostra esperienza). Ne seguono associazioni di idee (il rosso esprime pericolo, l'azzurro evoca la freschezza dell'acqua). A condizionare la nostra visione di un colore intervengono anche fattori culturali (il lutto associato al nero in Occidente e al bianco in Oriente), influenze esercitate dalla moda (il nero snellente associato all'eleganza).

Influenzati in forma maggiore o minore da ciascuno degli esempi precedenti, esprimiamo infine il nostro giudizio su un determinato colore in base al nostro gusto personale (il viola non mi piace). Ciò che vediamo quindi è direttamente relazionato alle nostre condizioni psico-fisiche. Il nostro apparato percettivo infatti reagisce ai cambiamenti della luce adeguandosi all'intensità dell'illuminazione. I contrasti estremi affaticano la vista costringendo la pupilla a un adattamento costante che provoca continue sollecitazioni al muscolo dell'iride. Le superfici assorbono e riflettono la luce determinando la densità luminosa di un ambiente. E proprio il rapporto bilanciato tra luce e colore è alla base dell'ergonomia visiva che, correttamente applicata consente ai progettisti di non incorrere in errori come l'ipostimolazione o ancor peggio il suo opposto, l'iperstimolazione.

Negli ambienti iperstimolanti si riscontra un eccesso di informazioni visive, mentre in quelli ipostimolanti una carenza di riferimenti. Come un pendolo che oscilla in avanti e indietro, volendo evitare l'ipostimolazione, la maggior parte dei designer scade nell'iperstimolazione. Questi contesti ambientali estremi suscitano irrequietezza, difficoltà nella concentrazione, irritabilità e in alcuni casi anche reazioni emotive più estreme. Purtroppo, la maggior parte degli uffici, degli ospedali, delle scuole risente proprio di queste problematiche. Colori e luci dovrebbero invece avere come esito una varia ma moderata stimolazione dei sensi. Studi recenti nell'ambito della psicosomatica dimostrano che l'ambiente in cui viviamo suscita emozioni che vengono espresse a livello fisico dal nostro corpo. Le emozioni, sono difficili da definire ma, in linea generale possiamo enumerare otto emozioni principali: rabbia, paura, gioia, tristezza, accettazione, disgusto, sorpresa e apprensione che, in un certo senso, corrispondono quasi al cerchio cromatico. Le emozioni, proprio come i colori, hanno intensità diverse e ci influenzano molto di più di quanto crediamo. Infine, mi scuso se sono stato troppo diretto, ma le emozioni mi accendono e anche voi dovete avere passione per quest'argomento e passione per le persone.

trascrizione dall'inglese Diana Murray Watts
traduzione Carmen D'Aloia